Regione Puglia, norme riduzione radon in ambiente confinato

È stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 146 del 4 novembre 2016 la Legge Regionale 3 novembre 2016 n.30 “Norme in materia di riduzione dalle esposizioni alla radioattività naturale derivante dal gas ‘radon’ in ambiente confinato”.

Gli obiettivi sono quelli di ridurre al massimo l’esposizione delle persone e introdurre una serie di norme di risanamento degli immobili nelle zone in cui si rileva maggiore concentrazione del gas.

Il radon è un gas presente naturalmente nelle rocce, specie in quelle di origine vulcanica ed emerge in superficie attraverso microfratture del materiale. Il gas tende quindi ad accumularsi negli ambienti chiusi quali miniere o negli edifici privi di un adeguato ricambio di aria. La pericolosità per l’essere umano deriva non solo dalla sua radioattività, ma anche dagli elementi tossici che lo compongono.

L’attività di prevenzione e riduzione da questi rischi è rappresentata dalle azioni contenute nel piano regionale coerente con le linee guida del piano nazionale radon predisposto dalla giunta con il supporto tecnico-scientifico dell’ARPA. Il piano contiene l’individuazione delle aree e degli edifici a rischio per la salute della popolazione, i limiti di concentrazione del gas radon per le differenti tipologie e destinazioni di immobili, la realizzazione e la gestione di una banca dati delle misure del gas annualmente aggiornata.

La legge stabilisce in 300 Bq/mq i limiti di concentrazione per le nuove e vecchie costruzioni, escludendo i vani tecnici isolati o a servizio di impianti a rete. Per quanto riguarda le nuove costruzioni, il rilascio della certificazione di agibilità deve tener conto del limite di concentrazione consentito, verificato a livello di maggiore confinata criticità del fabbricato misurata nell’arco temporale di un anno.

Per gli immobili destinati ad attività agli esercenti è fatto obbligo di avviare misurazioni semestrali sul livello di concentrazione di attività del gas radon ed a trasmettere gli esiti al comune interessato e ad ARPA Puglia.

Qualora gli esiti di concentrazioni dovessero risultare superiori ai limiti fissati, l’immobile dovrà essere sottoposto a risanamento e le opere non potranno superare i dodici mesi.

Per le nuove costruzioni, le attività di monitoraggio, della durata di un anno, devono essere compiute ogni dieci anni, mentre per quanto riguarda gli edifici esistenti le attività devono essere compiute ogni 5 anni.

Vogliamo ricordare che il gas radon oggi costituisce in Italia la seconda causa di tumori ai polmoni, ed è per questo che questa Legge assume questa importanza, in quanto ancora oggi non esiste una normativa specifica nazionale per proteggere la popolazione dall’esposizione al radon presente nelle abitazioni ma solo delle raccomandazioni dell’Unione Europea a cui rifarsi.

È stato inoltre approvato un articolo aggiuntivo che affida alla Giunta l’individuazione delle zone e dei luoghi di lavoro ad alta probabilità di elevate concentrazioni di radon al fine di avviare uno studio epidemiologico del rischio di neoplasie connesso al livello di esposizione con il gas.

Ultimo aspetto fondamentale riguarda la necessità di una corretta informazione ai cittadini sulla natura del rischio e sulle azioni di tutela da intraprendere.

 

Regione Puglia BURP 4 Novembre 2016:

http://beta.regione.puglia.it/documents/10192/8048476/LR30.pdf/a5bbe812-f435-483f-8f42-ffb70fa66344;jsessionid=6822C07D795A21862D3B9B8759EB52F8?version=1.0

Safety Focus – Anno III – Numero 15 – 20 Dicembre 2016