Francesca Bartoccini, il mix tra addestramento e resilienza permette di gestire le emergenze in sicurezza

In occasione della seconda edizione del Safety Leadership Event abbiamo intervistato Francesca Bartoccini, pilota di aereo ed esperta di stress managment in situazioni di crisi.

 

Un pilota d’aereo è addestrato ed abituato a prendere decisioni molto veloci con una forte responsabilità soprattutto per gli altri, quanto pensa che avere chiare le procedure di sicurezza ed essere ben addestrato possa servire ad agire in sicurezza in situazioni di emergenza?

Quando siamo in una situazione di emergenza il nostro cervello va in backup o in crisi, quindi torniamo al back to basics e recuperiamo le procedure effettuate nei training.

Vi parlo di due casi reali.

Nei poligono di tiro americani ad un certo punto facevano raccogliere i bossoli alle persone in addestramento. Sparavano sei proiettili, toglievano il caricatore, ricaricavano, armavano e raccoglievano sei bossoli da terra e così via fino a fine addestramento. In addestramento veniva fatto per non riempire di bossoli l’area di tiro.

Si è notato che molti poliziotti morti negli scontri a fuoco per strada avevano i bossoli in mano, proprio come nell’addestramento li raccoglievano da terra. Questo ha portato a cambiare le procedure di addestramento, perché il cervello nel momento del più grande picco in cui cerca di trovare delle risposte intelligenti all’emergenza reale si divide in due: una parte è più ossigenata ed è in grado di analizzare la realtà per dare una risposta, l’altra parte torna al back to basics cioè alla procedura automatica. La procedura automatica dell’addestramento serve come protezione iniziale, dopo essersi protetti ed aver protetto il gruppo viene messa in atto la nuova strategia adattata alla realtà.

Nei simulatori di volo i piloti riescono ad affrontare un’emergenza perché in fase di addestramento non si crea la stessa che potrà accadere in volo. Pertanto in fase di addestramento il pilota gestisce l’emergenza e vedendo il risultato ha un senso di autoefficacia e di competenza. Questa sensazione è fondamentale nella prima fase dell’emergenza reale perché guida il pilota nelle scelte corrette adattate alla realtà.

Per le emergenze in ambito lavorativo bisogna ragionare su training molto variabili per rendere il lavoratore consapevole della sua preparazione.

 

Come utilizzare la resilienza nella sicurezza sul lavoro?

E’ importante pensare alla resilienza come capacità proattiva, di creazione di una resistenza e di un’immunità psicologica e di network di gruppo. E’ fondamentale per analizzare le opzioni dell’ambiente, individuare il rischio e scegliere la strategia più efficace, anche andando contro una pressione sociale.

Pertanto una persona resiliente è una persona che vede il rischio e non ha paura di parlare di sicurezza e di intervenire anche difronte al gruppo, diventando così carismatica e portando tutti a pensare la sicurezza in maniera differente, come un valore per la vita.

 

Safety Focus – Anno IV – Numero 10 – 5 Dicembre 2017