Parrucchiere risarcito per danni biologici legati all’uso di tinture

di Mario STIGLIANO

In due tinture per capelli di una nota azienda del settore è stata rilevata la presenza di sostanze tossiche e cancerogene, che possono aver provocato la patologia tumorale di un parrucchiere barese che opera con tali prodotti da oltre vent’anni con esposizione per contatto cutaneo ed inalazione.

La sezione di Modugno del Tribunale Civile di Bari ha condannato in primo grado l’azienda produttrice delle tintura a risarcire i danni biologici al parrucchiere per la sindrome dismielopoietica diagnosticatagli.

Il Tribunale ha riscontrato la carenza di “maggiori cautele informative”, in particolare per l’uso di protezioni delle vie respiratorie.

Dall’analisi delle Scheda di Sicurezza della crema colorante il produttore prevede l’utilizzo dei seguenti DPI: occhiali di sicurezza con protezioni laterali, guanti in lattice o neoprene, protezione del corpo come indicato per i guanti e nessuna protezione per le vie respiratorie.

Dall’analisi tossicologica dei campioni di tinture è emersa la presenza di benzene e toluene, il primo irritante per la pelle, gli occhi e le vie respiratorie; il secondo nocivo per inalazione e contatto cutaneo. Entrambe risultano cancerogene e come motivato dai periti del Tribunale “i livelli di tossicità delle sostanze contenute nelle tinture esaminate aumentano esponenzialmente col passare del tempo e se vengono in contatto con l’acqua e con l’ossigeno”.

Per tale motivazione il Giudice ha applicato il criterio civilistico del “più probabile che non” il nesso di causalità tra l’utilizzo delle tinture e la patologia, già presente nell’elenco delle malattie professionali dell’INAIL.

 

Safety Focus – Anno II – Numero 08 – 4 Giugno 2015