Social network non safety social

di Mario STIGLIANO

 

Sui social network ci sono due tendenze riguardante la safety o la non safety.

Da un lato i tecnici che pubblicano su gruppi dedicati foto di situazioni di pericolo e dall’altro imprenditori, committenti che concentrati sull’opera in corso di realizzazione non notano situazioni di pericolo nella foto e la pubblicano.

Vi descrivo la situazione e non pubblico la foto, capirete il perché alla fine dell’articolo: cantiere edile, foto del prospetto quasi completo, ponteggio parzialmente smontato ed un lavoratore impegnato in ritocchi con un pennello a circa 6 metri di altezza, con una cintura di stazionamento indossata ma non utilizzata ed assenza di parapetti.

Ecco i commenti:

  1. Sarebbe meglio togliere questa foto perché è diseducativa, il lavoratore sta a 6 metri di altezza (lavoro in quota) e non sono presenti i parapetti sul ponteggio, la cintura che indossa (ma non utilizza) non è idonea perché di posizionamento…
  2. Di diseducativo ci sei solo tu […]”
  3. Non faccia commenti inappropriati… Non sa nemmeno cosa vuol dire la parola “diseducativa” “.
  4. Credo che il mio commento non sia stato ben capito leggendo gli altri. Mi riferisco ad un COMPORTAMENTO NON SICURO di un lavoratore (e non al testo), in Italia abbiamo 3 morti al giorno sul lavoro e non possiamo restare indifferenti. Tutti dovremmo intervenire in caso di comportamenti non sicuri, di pericoli… Le aziende investono nella sicurezza, nella prevenzione ed a volte una distrazione, la fretta, “l’ho sempre fatto” possono compromettere tutto. Uno dei tre morti al giorno potrebbe essere un nostro caro, un amico, oppure noi e come reagiremmo? Teniamo sempre alta l’attenzione e non perdiamo mai di vista l’obiettivo comune della SICUREZZA che è l’AMORE per la VITA e per i nostri cari”.
  5. La cosa che non hai capito e che forse non puoi capire […] è il fatto che il ponteggio era in fase di smontaggio e quindi erano state smontate da poco le protezioni, e l’operatore se vedi bene è dotato di imbracaggio, alla salute dei miei dipendenti ci tengo molto di più di chi organizza corsi sulla sicurezza per il puro scopo commerciale […]”.

Alle lettura di quest’ultimo commento mi ritornano alla mente le parole de “’Il Libro che ti salva la vita”: chi è l’assassino?

L’assassino dei tre morti al giorno sul lavoro che abbiamo in Italia sono i comportamenti: errori, violazioni, leggerezze, scorciatoie, distrazioni, decisioni sbagliate, compiacenze al rischio.

Saper fare una manovra tecnica non vuol dire saperla fare in sicurezza. La fretta fa commettere degli errori imperdonabili, trovare delle scorciatoie ci porta inevitabilmente in una zona di forte pericolo. L’assassino è proprio la nostra cultura, il nostro modo di agire e comportarci”*.

Ora avrete capito perché non pubblico la foto, perché è ben chiaro chi è la vittima …

Concludo con le parole di Davide e Sabatino “Ognuno di noi ha l’obbligo morale di intervenire quando nota una situazione pericolosa, e deve fare di tutto per far desistere le persone, specie se chi abbiamo di fronte ha un atteggiamento tossico che influenza negativamente gli altri”*.

 

 

* Davide Scotti, Sabatino De Sanctis, “Il Libro che ti salva la vita”.

Safety Focus – Anno III – Numero 7 – 15 Giugno 2016